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Architetto, pittore, collezionista: queste le molteplici anime dell'artista portoghese Nadir Afonso, in mostra al Museo Carlo Bilotti a Roma e al Palazzo Loredan a Venezia, nel tentativo di raccontare un'intensa vita nell'arte e per l'arte. Una vita che lo ha visto stringere rapporti di amicizia e collaborazione con Le Corbusier, Oscar Niemeyer, Pablo Picasso, Max Ernst, Candido Portinari, Max Jacob, Fernand Legér e Giorgio de Chirico. Il catalogo ripropone le opere in mostre e le accompagna a testi fondamentali per la comprensione del percorso estetico di Afonso. La città, elemento chiave, con le sue trasfigurazioni e metamorfosi spaziali e temporali è il cuore e lo stimolo di questo percorso che muove dalla geometria come astrazione del paesaggio urbano, sintesi e proiezione dello stesso, in una percezione divisa tra coscienza e incoscienza, emozione, intuito e indagine, per approdare al dinamismo come soggetto e strumento di visione e comprensione del reale. L'ambizione è raggiungere l'eternità della forma architettonica, che non è monumento ma essenza, prendendo le mosse dal punto di arrivo dei grandi maestri per cercare nuove vie e, più ancora, diversi orizzonti, anche espressivi. Ciò che conta è l'emozione dello sguardo, l'entusiasmo dell'impatto, la velocità del percepito. L'istante, come forma e colore.